Valentina Mai ha una storia in cui riesco ad identificarmi. È la storia di una virata, una svolta, un cambio di rotta, un po' come il mio. Da qualche anno ho cominciato a frequentare corsi di illustrazione, corsi di varie tecniche artistiche, e di storie come questa ne ho incontrate tante. Inaspettatamente. Persone di tutte le età, molte donne, quasi tutte con una storia mai partita. Quasi sempre sono storie che cominciano con “ho sempre amato il disegno ma i miei genitori non volevano che frequentassi il liceo artistico”, oppure: “ho sempre voluto disegnare ma non ho mai avuto il coraggio di farne una professione”. Tante persone che cercano un riscatto, cercano di dare vita ad una passione repressa, che cercano di liberarsi, di trasformare un’infelicità in una felicità.
Ed è impressionante realizzare quante sono queste storie, tantissime!
Per non parlare dei messaggi che a volte ricevo via Instagram, che mi raccontano storie di splendidi esseri umani che provano quotidianamente a esercitarsi, a praticare, sperando di riuscire in qualche modo a diventare dei professionisti in un campo più creativo e cambiare vita.
C’è tutto un popolo in cammino, che cerca un cambiamento. Sí, la frase è un po' biblica, ma in effetti tante, tante persone non si ritrovano nei lavori di ufficio, nelle vite che conducono, e cercano vie di fuga, modi di esprimersi, di dare una forma a questa energia sepolta dentro di loro.
Valentina Mai a un certo punto è riuscita a trovare una strada per lavorare con la sua creatività ma anche utilizzando le capacità e le abilità acquisite nel corso degli anni, anche quelle da avvocato, quelle di illustratrice, e canalizzandole nella professione di editrice. E non è stato facile, c’è voluto tempo, e tanta fiducia.
Illustrazione di Marco Somà per “Il Venditore di Felicità”, Kite Edizioni
Ecco, allora la prima cosa che fermerei da questa conversazione con Valentina, è proprio il concetto di fiducia, la fede. Uno strumento indispensabile per fare arte è la fiducia che quello in cui speriamo accadrà, nonostante tutte le volte in cui procrastiniamo, tutte le volte in cui non riusciamo a lavorare, non riusciamo a metterci al nostro tavolo da lavoro, le volte in cui ci scoraggiamo e molliamo per tanto tempo. E vorrei dirti che è normale, perché non è facile, anzi, è maledettamente difficile. L’arte, e direi anche la creatività, è una materia fragile, misteriosa, e ci piace proprio per questo. Non c’è una ricetta, non c’è un protocollo, un modello che funzioni sempre e per tutti, ed è affascinante proprio per questo. È intessuta alle nostre vite, ai nostri sogni, alla nostra personalità. È un’esperienza che cambia per ognuno di noi, quindi non c’é nessun manuale che possa funzionare, almeno non completamente. Dunque, se sei in una situazione di difficoltà, benvenuto nel gruppo, è assolutamente normale. Quello che non è scontato, è riuscire a mantenere la fiducia che prima o poi troveremo la strada, con i nostri tempi, nel nostro modo, che deve essere un modo onesto, sincero, che ci appartenga profondamente, per essere sostenibile nel tempo. Quello che trattengo dalla chiacchierata con Valentina è innanzitutto questo: avere fiducia, insistere, continuare a credere.
Ci sono anche altri passaggi che mi sono piaciuti moltissimo: ad un certo punto Valentina parla di corsi che ha frequentato quando cercava di migliorare la sua capacità di disegnare. Non avendo seguito percorsi professionali che la indirizzassero all’arte, Valentina era piuttosto a digiuno di disegno e ne era cosciente. Un corso che l’ha aiutata molto è stato un corso di scultura, perché, dice Valentina, capire il funzionamento della luce sulla forma le ha dato la capacità di capire come rappresentare sulla carta in modo molto più efficace di quanto non avrebbero potuto fare altri percorsi formativi. Il pensiero da trattenere qui per me è che a volte impariamo in modo inaspettato da corsi che non sembrano attinenti a quello che vogliamo imparare ma che, mantenendo un atteggiamento aperto, possono in realtà aiutarci moltissimo. A volte non dobbiamo cercare dove sembra più normale o logico, ma potremo trovare qualcosa di prezioso per il nostro percorso seguendo il nostro istinto, anche se sembra la cosa meno logica da fare.
Illustrazione di Svetlin Vassilev per “Il Piccolo Musicista”, Kite Edizioni
Poi Valentina ha seguito un corso di illustrazione con Adelchi Galloni, e anche qui mi ha sorpreso ascoltarla dire di aver imparato non tanto il disegno, l’area in cui aveva più complessi e su cui si sentiva meno capace, quanto a pensare ad altri aspetti, quelli che puoi imparare guardando un film o una fotografia: le inquadrature e le atmosfere. Anche questo corso ha portato Valentina in altri luoghi, su altre direzioni, aprendo la sua mente a trovare modi e temi inaspettati.
Dunque, come secondo aspetto che vorrei trattenere dalla conversazione con Valentina, c’è proprio questo: mantenere un’attitudine aperta alla sorpresa e alla possibilità, che in un percorso artistico e creativo è proprio quello che è più importante imparare.
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