RICCARDO GUASCO - la vita in una linea
Cosa ho imparato da uno dei più grandi illustratori e "cartellonisti" contemporanei
Foto di Ioan Pilat
Seguo Riccardo Guasco da anni. Mi é sempre piaciuto il sapore retrò delle sue immagini, autenticamente retrò, tanto da ricordare davvero i manifesti dei grandi artisti della prima metà del ‘900 come Depero e Dudovic, ma in un modo più attuale, giusto per i giorni nostri. Ho ammirato appena li ho visti quei manifesti che raccontano la storia di un’Italia depositata profondamente nel nostro immaginario, nella nostra memoria. Quindi, quando ho avuto l’opportunità di incontrarlo, sempre online, per fare due chiacchiere con lui, mi é sembrato di incontrare un vecchio amico.
E tutto mi é sembrato familiare in quest’”intervista”: la disponibilità di Riccardo, la sua simpatia, la sua gioia. E poi la sua storia. Come mi accade spesso, parlando con gli illustratori ed ascoltando la loro vita, mi sono ritrovato un pò nel racconto di Riccardo. Anch’io ho in mente il primo momento in cui da bambino mi sono sentito trattato da “artista”; anch’io ricordo dei momenti di disegno con tutti i dettagli di emozioni e anche profumi, proprio come racconta Riccardo. E poi ovviamente, sento forte anch’io l’essere in qualche modo legato al disegno da un laccio indissolubile. Perché anche se ad un certo punto lo abbandoni, il disegno ti viene a cercare, prima o poi.
Ecco perché mi piace tantissimo parlare con gli illustratori, e spero di riuscire a trasmetterti queste emozioni negli episodi del podcast.
Ma quello che voglio tenere stretto di questa chiacchierata é soprattutto quello che Riccardo racconta a proposito dello stile. In particolare, parla di quando all’Accademia ha incontrato Picasso e ha cominciato a studiarlo, copiarlo, indagarlo, fino ad innamorarsene. Non mi stupisce che Picasso sia il punto di riferimento principale di Riccardo, per diversi motivi. Innanzitutto il racconto della famosa linea bianca. Non so se l’hai visto il video, ti lascio il link più in basso; si tratta di un breve documentario che é possibile trovare su Yutube, dal titolo “A visit to Picasso”. In questo video, Picasso é ritratto mentre dipinge su di un vetro, e la cosa speciale é che la telecamera si trova di fronte a lui, dall’altra parte del vetro. Prova a guardare l’espressione di Picasso mentre dipinge: guarda com’é preso, divertito, se la sta proprio godendo. Vorrei tenere sempre in mente quella sensazione, perché é quella gioia, quella curiosità divertita che si rivela essere sempre la più produttiva, quando mi metto al lavoro. Non la sofferenza, la paura di sbagliare, il nervosismo, l’ansia, ma la felicità di disegnare, di creare con le mani.
Riccardo dice che ci ha messo 15 anni a capire che dentro la facilità di quei gesti, dentro quelle semplici linee bianche, c’é tutto il mondo di Picasso, c’é la sua vita. E poi lo ribadisce ancora dopo nell’intervista. E questo é un passaggio fondamentale. Il nostro segno, vogliamo dire il nostro “stile” ??, riflette la nostra vita. Dalle piccole cose alle grandi. Quello che disegniamo, dipingiamo, ha senso fintanto che riesce ad esprimere la nostra vita, la ricerca di una vita. E quindi può e deve cambiare, perché noi cambiamo, non siamo mai gli stessi. E infatti, l’altro motivo per cui capisco che Riccardo sia innamorato di Picasso é perché Picasso ha attraversato tutte le correnti del 900, é cambiato continuamente, e questo riflette proprio quello di cui parla Riccardo: é riuscito a portare la sua vita in quello che ha fatto.
La sua vita in una linea bianca.
Fosse facile….
E a te cos’é rimasto di questo episodio?
Ti lascio qui un pò di links utili legati all’episodio di questa settimana.
A presto!
Il documentario: Visit to Picasso
La Campagna per il Teatro Comunale di Bologna
La mostra "Regione e Sentimento" in arrivo a Modena